Mentre in questi giorni possiamo ascoltarlo con il suo nuovo album, “Cip!”, e al cinema con la colonna sonora di Odio l’estate, il nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo per la regia di Massimo Venier, è tutto pronto per il Brunori Sas Tour 2020, uno spettacolo live prodotto per la prima volta insieme a Vivo Concerti che porterà Dario Brunori anche in Calabria, il prossimo 5 aprile al PalaCalafiore di Reggio Calabria, per una serata a cura della Esse Emme Musica di Maurizio Senese. Il tour è infatti in partenza da marzo 2020 e permetterà a Brunori di incontrare per la prima volta nei palazzetti il pubblico di tutta Italiacon la sua poesia, la leggerezza, l’autorevolezza musicale e il senso dell’ironia che da sempre lo contraddistinguono.
Tornando alla colonna sonora del nuovo film di Aldo Giovanni e Giacomo, scritta da Brunori Sas accompagnato dalla sua storica band, prodotta da Picicca e curata artisticamente da Taketo Gohara, la colonna sonora, caratterizzata da influssi folk, contiene un inedito, Bum Bum Bum, che accompagna diverse scene del film. Ma non è tutto: nella soundtrack troviamo sia La verità che La canzone che hai scritto tu, una canzone d’amore alla maniera di Brunori, condita di sonorità elettroniche e fiati, contenuta nel suo ultimo lavoro, Cip!, stabile al primo posto della classifica FIMI/GFK degli album e dei vinili più venduti.
«Mi sono approcciato alla stesura della colonna sonora mosso da un grande affetto nei confronti di Aldo Giovanni e Giacomo, che hanno rappresentato (non solo per me) un modello di comicità unica e innovativa – racconta Brunori – “Sono molto legato a loro soprattutto perché mi ricordano i momenti di ilarità con mio padre, la visione dei loro sketch accompagnava grandi risate in famiglia. Massimo, il regista, mi ha contatto sull’onda del trasporto emotivo legato a La verità, un pezzo che lo aveva colpito particolarmente. Mi ha subito detto che sarebbe stato un film con molta musica e quando ho letto la sceneggiatura ho subito immaginato un mondo musicale ispirato al folk americano: un po’ perché associavo la sceneggiatura allo spirito di Little Miss Sunshine e un po’ perché mi piaceva che il film avesse un’attinenza sonora col disco che stavamo contemporaneamente registrando. Inoltre mi è piaciuto potermi misurare con qualcosa che non è esattamente collegato alla mia composizione, ma “al servizio di altro”, per quanto sia difficile per un carattere megalomane e narcisista come il mio».