Si è conclusa, ieri, la 14esima edizione di Golosaria, la rassegna dedicata alle eccellenze enogastronomiche italiane ideata dal giornalista Paolo Massobrio. Il tema di quest’anno, il cibo che ci cambia, ha portato 300 artigiani del gusto, 100 cantine, chef, maestri dei lievitati e della mixology e, più in generale, esperti del settore a confrontarsi sul tema e a dimostrare l’influenza del cibo sul benessere, sullo stile di vita e sulla nostra socialità.
La regione Calabria, partner e ospite dell’evento, è stata protagonista di alcuni appuntamenti presso lo stand dedicato, ma anche nelle altre aree di Golosaria.
L’incontro “La Calabria, dove il futuro inizia dalla terra”, nell’area Show Cooking, è stato guidato dallo chef Claudio Villella che, con il suo tortello ripieno di melanzana lady violetta di Longobardi e pomodoro di Belmonte, marinato in zuppetta di pesce spatola e polpette liquide, ha portato nel piatto alcuni dei prodotti unici che vanta la regione. Una regione in cui il paesaggio cambia a ogni metro e con esso anche i suoi prodotti. La ricchezza enogastronomica che la Calabria ha da offrire è, difatti, talmente ampia che sarebbe impensabile riuscire a racchiudere questa terra in un solo piatto o in un solo calice.
“Associare un vino alla regione è complicato perché ci sono trecento tipi di uve diverse”, è questa la premessa di Gennaro Convertini, presidente dell’Enoteca regionale di Calabria, che ha condotto insieme a Marco Gatti e Paolo Massobrio l’incontro “La rivoluzione degli autoctoni: il caso della Calabria” nell’area Wine Tasting. Una degustazione che ha raccontato e messo in luce una storia vinicola profondamente radicata nella regione che è custode, secondo gli studi di Attilio Scienza, del vitigno con il dna più antico al mondo: il mantonico. Gli altri vitigni protagonisti sono stati il pecorello, lo zibibbo, il gaglioppo e il magliocco. È proprio quest’ultimo il fil rouge che ha portato 11 cantine (Cantine Chimento, Cantine Giraldi, Tenuta Celimarro, L’antico Fienile Belmonte, Azienda Vinicola Manna, Cantine Elisium, Rocca Brettia, Agricola Maradei, Azienda Agricola Cerchiara, Azienda Agricola Diana, Archeo-Enologica di Bafaro) a presentarsi alla manifestazione sotto il nome di Vignaioli di Cosenza. Il progetto, nato a luglio, di questi piccoli produttori ha l’obiettivo di far conoscere i caratteri più autentici del territorio. Una rete di giovani vignaioli che credono nel magliocco, nel suo forte carattere identitario e nella necessità di raccontarlo insieme. Oltre ai Vignaioli cosentini hanno partecipato le aziende Serracavallo, Nesci e Baccellieri. Non sono mancate, anche nel food, le aziende espositrici: Nicola Colavolpe & C., Vincenzo Barbieri az. agr., Nature Med – Liquirizia di Calabria Dop e Bio, I Sapori del Cancello, Apicoltura Folino, Pasticceria Rocco Scutellà e Candiano Antonella – Olio Don Santo.
Una particolare attenzione è stata manifestata anche per gli oli da cultivar autoctone che sono stati protagonisti di tre degustazioni organizzate presso lo stand regionale. Una Calabria, dunque, sempre più consapevole dei propri prodotti e pronta a farli conoscere.